Antonia Barbarossa è la vincitrice del concorso aperto ai lettori del «Corriere della Sera» per la copertina de «la Lettura» che sarà pubblicata domani, nel prossimo numero. La giuria, composta da Ferruccio de Bortoli, Gillo Dorfles, Arturo Carlo Quintavalle, Barbara Stefanelli, Vincenzo Trione, Antonio Troiano e da chi scrive, si è trovata di fronte a una scelta complessa, non solo per il numero di adesioni (oltre 600) ma anche per la qualità dei lavori che hanno costretto la giuria ad escludere molti autori degni di un riconoscimento. La giuria dopo aver dato indicazioni su un numero limitato di opere (che potranno essere visibili da domani sulla gallery del sito corriere.it) ha scelto il lavoro di Antonia Barbarossa, un dipinto ad acrilico su tela che raffigura un momento di vita urbana: un gruppo di giovani è intento a leggere, nell’attesa dell’arrivo della metropolitana. Una figurazione che evoca la dimensione storica dell’illustrazione, ancorandosi a una radice che fa parte anche della tradizione stessa de «la Lettura» che tra i suoi artisti aveva Mario Sironi, Raffaele Rubino, Giuseppe Novello, Bruno Munari. Antonia Barbarossa, 44 anni, milanese di nascita (ma da molti anni vive a Montevarchi, non lontano da Arezzo), affronta il racconto intimo di scene quotidiane, ritrae giovani spesso in una dimensione di solitudine, talvolta denso di malinconiche atmosfere. Per l’artista, ricordare sembra voler dire evocare delle immagini e forse vuol dire anche tornare a un tempo lontano, a una memoria che diventa chiave di lettura del presente. Con «la Lettura» siamo arrivati al numero 74. Nel corso di quest’anno e mezzo, abbiamo coinvolto i più prestigiosi artisti del nostro tempo, chiedendo loro di realizzare un’opera capace di riassumere lo spirito dei nostri giorni, che contribuisse alla costruzione di uno sguardo nuovo, più attento nell’allargare la percezione dell’arte contemporanea a un pubblico più ampio di quello che solitamente frequenta le gallerie e le fiere. «la Lettura» è diventata così una infinita galleria senza confini. Finora le scelte sono state fatte in redazione, mosse sostanzialmente dal nostro gusto, sensibilità e saperi, cercando semplicemente di offrire un ventaglio di proposte che va dalle esperienze più sofisticate di Ai Weiwei, Anselm Kiefer o Giulio Paolini, alla forza comunicativa popolare di Fernando Botero o alla surreale potenza giocosa di Altan e della sua Pimpa. In maniera laica, e senza alcun condizionamento, abbiamo messo insieme autori anche distanti tra loro con poetiche e linguaggi diversi: pittura, scultura, fotografia, illustrazione, design, architettura, poesia visiva. La logica comune, una sola: la qualità. Chi ha aderito al nostro concorso ha colto perfettamente lo spirito del lavoro sinora svolto, inviando in redazione lavori molto interessanti, alcuni dei quali saranno anche utilizzati per accompagnare nel futuro servizi delle pagine interne, come normalmente facciamo, creando un percorso parallelo tra parole e immagini. Tra questi, da segnalare artisti come Pierre Poggi (con un campo di calcio ricostruito con gambi e spine di una rosa), Marco di Giovanni (un’opera sul tempo realizzata con un disegno su pagine di tante Moleskine), Linda Toigo (un libro scavato come un paesaggio simbolico sul labirinto della mente) o, infine, Pierpaolo Lista (un leggio misterioso denso di evocazioni). Ricordando le parole di André Malraux verrebbe da dire che «il destino stesso dell’arte è un museo senza pareti». Con le nuove frontiere tecnologiche dove il mondo è a portata di mano ed è visibile sempre e dovunque, le nostre copertine possono rappresentare davvero la costruzione simbolica di questo piccolo e globale museo da portarsi ogni domenica a casa.
Colin Gianluigi